lunedì 19 dicembre 2011

Anni 40

Vintage.. è sempre la parola chiave per ogni mio movimento... certo, impronta decisiva la lascia la moda..


Gli anni 40 sono gli anni della Liberazione, della nascita della Repubblica, della Costituzione e delle prime elezioni a suffraggio universale. La donna degli anni 40 si trova a ricoprire una posizione do del lavoro che innesca una piccola rivoluzione nel suo modo di vestire.
E' una donna pronta a rimpiazzare e sostituire le presenze maschili impegnate al fronte.
In questi anni gli anni si semplificano nel disegno, i tessuti si fanno più resistenti e nasce la distinzione tra gonna corta, uso ufficio, e quella lunga per la sera; questo perchè la donna deve occuparsi di lavori d'ufficio e mansioni tradizionalmente riservate agli uomini.
Sono gli anni della crisi cotoniera (nonostante in Italia il "cotonificio Cantoni continua la sua cresita) quindi la moda deve adeguarsi e usare tessuti diversi dal cotone come la tela e il jersey. Scarseggia anche la pelle quindi si impiegano tessuti anche nella realizzazione di borse e scarpe e le ristrettezze economiche a cui tutti sono sottoposti propongono geniali risposte tra cui l'abitudine di colorarsi le gambe e di tracciare "la riga" per simulare un bel paio di calze nuove.

Il tailleur risolve il problema della povertà di tessuto, il taglio è squadrato e si punta sugli accessori, "foularini" legati al collo oppure colletti intercambiabili rendono nuova ed originale la propria giacca. Oltre ai colletti, accessori di vanità sono anche gli occhiali grossi e neri di cui io ne ho una collezione infinita e i cappelli (il modello più gettonato, a cloche).

La conseguenza principale a questa "minima emancipazione" è la prograssiva acquisizione nella moda maschile di tratti pertinenti al nuovo stereotipo femminile tra i quali la passione per il vestire che li rende celebri in tutta Europa. Rifioriscono le sartorie; lo shopping in Italia diventa una pratica comune per ogni viaggiatore con qualche quattrino in tasca.
I Windsor girovagano per i mercatini capitolini rapiti dallo stupore nell'osservare i figurini che sfilano dietro i banconi del pesce vestiti di tutto punto in giacca corta e pantaloni affusolati.
Questa è appunto la divisa caratteristica con la quale i nuovi dandy dell'italin style sostituirono il doppiopetto con pantalone largo del dopoguerra.

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